L’Agenda compilata dall’ONU nel 2015 vede l’impegno da parte dei 193 paesi membri nel rispettare i 17 obiettivi inseriti nel programma entro e non oltre il 2030.
All’orizzonte c’è un unico importante traguardo: migliorare le condizioni di vita di ognuno attraverso uno sviluppo più sostenibile.
Si tratta di un percorso necessario che dovrebbe condurci per metà secolo alla totale decarbonizzazione quantomeno del sistema elettrico.
Negli ultimi anni, sono stati numerosi i “terremoti” che dovrebbero averci fatto percepire la necessità di un cambiamento.
Tra questi sicuramente la pandemia, l’aumento dei prezzi di energia e materie prime con un’inflazione a due cifre e la guerra in Ucraina, con una conseguente insicurezza sulle forniture energetiche. Infine, gli eventi climatici sempre più estremi che, oltre ad essere un campanello d’allarme sulla salute del pianeta, hanno portato ulteriori incertezze sull’andamento dei prezzi.
Nel 2022, a causa di tutto ciò, in Italia siamo arrivati a spendere 75 miliardi di euro in più per l’energia rispetto agli anni precedenti. Si tratta di una somma di denaro altissima, che tra l’altro avrebbe potuto essere spesa in investimenti legati alle fonti rinnovabili, avvicinandoci così agli obiettivi identificati per il 2030.
Per raggiungere gli obiettivi dell’ONU, nei prossimi 8 anni sarà necessario installare in Italia circa 70 GW tra fotovoltaico ed eolico. Oltre a questo, grande attenzione andrà dedicata al conseguente rinnovo delle reti di distribuzione e trasmissione, all’elettrificazione dei consumi e alla necessità di rendere operativi numerosi elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde.
Sarà inoltre necessaria una riqualificazione della quasi totalità del parco edilizio presente nel nostro paese. Si tratta di un’operazione impegnativa ma necessaria per risolvere sia la crisi climatica che quella economica, riducendo i rischi a cui il nostro paese è esposto a livello di dipendenza energetica.
A questo punto è importante ricordare che, entro il 2030, le fonti rinnovabili dovrebbero coprire in Italia circa il 70% della domanda elettrica nazionale.
Concentrando la nostra attenzione sul solo fotovoltaico, ciò significa che entro la fine del decennio dovranno essere installati sul nostro territorio circa 8 GW all’anno, passando dai 27 TWh/anno a 100 TWh/anno. Si tratta di circa 70 TWh in soli 8 anni, quando nei passati 9 la produzione è aumentata di appena 6 TWh: senza dubbio un grande salto, ma fattibile.
Sono infatti già state presentate più di 100 GW di richieste di connessione di impianti fotovoltaici e lo spazio per soddisfare gli obiettivi previsti per il 2030 esiste ampiamente sul territorio, poiché basterebbe sfruttare il 25% dei tetti disponibili di edifici commerciali e residenziali e solo il 6% della superficie agricola non utilizzata.
Il cammino verso il 2030 rappresenta una sfida che coinvolge tutti e in ogni settore: dai privati proprietari di casa alle grandi aziende, dagli amministratori ai giovani che in questo processo di cambiamento potranno trovare delle nuove opportunità lavorative.
Il percorso burocratico e normativo che conduce alla totale decarbonizzazione della produzione energetica è senza dubbio molto complesso, poiché oltre alla costruzione di infrastrutture adeguate, bisognerà investire nella formazione di tecnici e addetti della pubblica amministrazione che dovranno realizzare e valutare gli impianti sia fotovoltaici che eolici.
In ogni caso, le prospettive sono positive per il fotovoltaico poiché a fine 2022 sono stati superati i 25 GW di potenza cumulativa, con oltre 2,2 GW di potenza annuale. Questa crescita dovrebbe rimanere costante fino al 2030, considerando anche l’energia eolica che entro fine decennio dovrà raddoppiare arrivando a circa 20 GW operativi grazie alle nuove installazioni offshore in previsione.
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