Lo scorso 15 settembre è stato firmato il decreto del Mise che definisce le tariffe incentivanti per autoconsumo collettivo e comunità energetiche. La possibilità di condividere e consumare l'energia prodotta, in forma collettiva, era stata prevista in Italia con l'articolo 42 bis del decreto Milleproroghe, che ha anticipato il recepimento (parziale) della direttiva europea 2018/2001 (RED II). Ora viene dunque resa operativa una misura volta a promuovere l'autoconsumo condiviso, che si aggiunge a quanto già previsto dal Superbonus 110%. Vediamo, in particolare, in cosa consistono gli incentivi.
Il provvedimento firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, anticipa l'attuazione della direttiva europea sull'autoconsumo collettivo, rendendo l'Italia uno dei primi Paesi nell'UE ad agevolare questo tipo di configurazioni. Innanzitutto bisogna chiarire qual è la differenza tra impianti per autoconsumo collettivo e quelli per comunità energetiche. I primi riguardano, ad esempio, i condomini: un unico punto di connessione alla rete, un unico gruppo di consumatori che agiscono nello stesso edificio o condominio. Il referente dev'essere lo stesso per tutti i membri, ma anche un soggetto terzo può rappresentare il condominio. Una comunità energetica, invece, è un gruppo di utenze che fanno riferimento alla stessa cabina di bassa-media tensione. Dunque, non vi sono vincoli per quanto riguarda la presenza nello stesso edificio o condominio, ma viene allargata l'area di competenza. Ogni comunità energetica costituisce un soggetto giuridico e, anche in questo caso, il mandato deve essere affidato a un solo referente. In cosa consiste, dunque, la misura? Come annunciato in una nota del Mise, il provvedimento definisce la tariffa per l'energia autoconsumata per incentivare entrambe le configurazioni. Nello specifico, prevede:
Inoltre l'incentivo, riconosciuto per un periodo di 20 anni e gestito dal GSE, non prevederà costi aggiuntivi per lo Stato, in quanto sarà alternativo rispetto al meccanismo dello Scambio sul Posto.
L'incentivo previsto dal Mise è cumulabile, nei limiti previsti per legge, con le agevolazioni del Superbonus 110%. Infatti, il provvedimento stabilisce che l'esercizio di impianti fino a 200 kW da parte di comunità rinnovabili (costituite in forma di enti non commerciali o da parte di condomini) "non costituisce svolgimento di attività commerciale abituale". Questo significa, ad esempio, che la realizzazione di impianti fotovoltaici (sempre se abbinata a interventi "trainanti", come previsto dal Dl Rilancio) può beneficiare del Superbonus 110% per i primi 20 kW mentre per quelli in eccesso - sempre entro il limite dei 200 kW - si applica la detrazione ordinaria del 50%. Il tetto massimo di spesa rimane, invece, quello dei 96 mila euro per l'intero impianto. "Con grande soddisfazione ho firmato il decreto che introduce un incentivo a sostegno delle comunità energetiche e dell'autoconsumo”, ha commentato il Ministro Patuanelli. "Si tratta di una svolta importante che consentirà di sviluppare ulteriormente nel nostro Paese la produzione di energia da fonti rinnovabili, permettendo al contempo ai cittadini, alle PMI, agli enti locali di consumare l’energia che producono".
A supporto degli utenti, il GSE (che, come detto, gestisce l'incentivo) ha messo a disposizione una serie di strumenti utili sia per utenti privati che per imprese e Pubblica Amministrazione. Il portale autoconsumo.gse.it permette, ad esempio, di effettuare una simulazione per la realizzazione del proprio impianto fotovoltaico. Inserendo indirizzo, consumo annuo in bolletta e superficie soleggiata disponibile (ma, volendo, anche parametri più dettagliati) è possibile avere una configurazione della potenza necessaria e una simulazione economica (es. tempi di ritorno, esborso iniziale, guadagno netto in 25 anni, ecc.). Sul sito si può trovare anche una sezione "Guida all'autoconsumo" dove approfondire le opportunità e i vantaggi legati a questo tipo di soluzione per l'energia della propria casa, azienda o PA. Una pagina dedicata agli "esempi virtuosi", inoltre, permette di vedere alcuni casi reali di installazioni significative (sempre in termini di autoconsumo) sul territorio italiano. Risparmio in bolletta, valorizzazione dell'energia prodotta dall'impianto, detrazioni fiscali e riduzione dell'impatto ambientale sono solo alcuni dei benefici cui è possibile accedere con l'autoconsumo fotovoltaico. Se sei un installatore o un progettista, guarda qui i nostri pannelli, inverter, sistemi di accumulo e accessori per impianti FV oppure contattaci per avere maggiori informazioni su opportunità e incentivi.