Nei primi 6 mesi del 2019, la produzione di energia elettrica dal carbone è scesa, in Europa, del 19% rispetto allo stesso periodo del 2018: scopri di più Questo è il dato che emerge dal recente studio svolto da Sandbag, ove si evidenzia come il crollo della produzione dal carbone abbia riguardato quasi tutti i paesi dell'UE e, viceversa, sia aumentata l'energia generata da eolico, solare e gas naturale. Un risultato sicuramente incoraggiante, anche se la strada da percorrere è ancora lunga: le previsioni per quest'anno, secondo lo studio "Europe's great coal collapse of 2019" dicono che la generazione elettrica dal carbone rappresenterà ancora il 12% delle emissioni di gas a effetto serra d'Europa. Vediamo, nello specifico, i punti principali emersi dallo studio.
In generale, dal 2012 al 2018 la produzione di energia dal carbone è scesa del 30%. Lo studio effettuato da Sandbag, di solito ad uscita annuale, per la prima volta ha visto una versione aggiuntiva che ha preso in esame i primi 6 mesi di quest'anno, confrontati con quelli del 2018. Come detto, la riduzione europea registrata è stata del 19%, con Irlanda e Francia che sono state le più virtuose in assoluto, avendo diminuito la produzione di energia dal carbone rispettivamente del 79% e del 75%. Ottimo anche il risultato del Regno Unito (- 65%) dove, grazie anche alle condizioni climatiche favorevoli, le centrali inglesi a carbone sono rimaste spente per due settimane consecutive: un evento unico, mai accaduto dalla Rivoluzione Industriale ad oggi. Altre diminuzioni importanti sono state registrate anche in Spagna (- 44%), Danimarca (- 33%), Italia (- 28%) e Germania (- 22%), con quest'ultima che però rimane responsabile del 35% della produzione dal carbone in Europa. Più ridotta la diminuzione nei paesi dell'est Europa, dovuta soprattutto - secondo lo studio - ai minori investimenti effettuati nell'energia eolica e solare.
Nella prima metà del 2019, l’energia prodotta dalla combustione di carbone è stata di circa 50 TWh in meno rispetto allo stesso periodo di tempo dell'anno precedente. Tale crollo è stato compensato, d'altro canto, da una maggior produzione di energia da fonti rinnovabili (soprattutto da eolico e solare) e da gas naturale: circa 30 Twh in più per ciascuna, sempre con riferimento all’arco temporale preso in esame. Una situazione dovuta, secondo lo studio, a tre fattori principali:
Se da un lato il calo del 19% è un dato positivo, dall'altro lo studio svolto da Sandbag mette in evidenza il anche il rischio di rallentamento di questo trend. Infatti, come visto nel precedente paragrafo, a una diminuzione importante della produzione di energia dal carbone non è seguito un calo netto delle centrali dismesse. La speranza è, appunto, che questo andamento possa accelerare in modo più significativo nei prossimi anni, per rispettare i piani presi dai diversi Paesi europei in termini di abbandono del carbone. Ad esempio, in quelli dove la lignite occupa un ruolo chiave (come Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Bulgaria e Grecia) la diffusione di eolico e fotovoltaico dovrà essere molto più rapida di quanto stia accadendo ora. L'azione dei Governi, in questo senso, sarà fondamentale, per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Al tempo stesso, anche l'aumento dei costi della CO2 imposti dall'ETS (Emission Trading Scheme) potrà fungere da fattore rilevante in questo processo. Qui puoi consultare, per intero, lo studio Europe's great coal collapse of 2019. Per conoscere altri approfondimenti legati al tema della sostenibilità, leggi qui l'articolo sul The Climate Pledge (il progetto di Amazon per ridurre a zero le emissioni) oppure scopri il nostro catalogo prodotti per progettare un impianto fotovoltaico ad elevate prestazioni.